Faces of an Occupation

Faces of an Occupation19 settembre 2011, New York

Poche decine di persone, non più di un centinaio, si erano riunite da un paio di giorni a Zuccotti Park nella quasi totale indifferenza dei passanti. Nessun giornalista. Nessuna televisione, nessun microfono. Solo la loro voce e le loro facce. Questi ritratti testimoniano l’inizio di Occupy Wall Street a Zuccotti Park. Parlano di sognatori che hanno creduto in un ideale. Nessuno poteva immaginare che da lì a poche settimane, la gente di Occupy Wall Street sarebbe entrata nelle case di tutto il mondo attraverso i quotidiani e le televisioni. Zuccotti Park, New York Daniele Corsini

The Empire in the clouds

Empire in the cloudsThe Empire in the clouds, Gotham

La città delle meraviglie. La città che non dorme mai. La città impero. I suoi primi abitanti la chiamavano Mannahatta, l’isola delle colline. I coloni olandesi New Amsterdam, i conquistatori  inglesi New York. Il più celebre dei suoi soprannomi è  la grande mela. Viene dal gergo degli schiavi africani e allude alla fortuna, alla ricchezza e forse pure al peccato, tutti frutti proibiti che chi emigrava dalle campagne sperava di riuscire a cogliervi. Washington Irving, il primo grande scrittore americano, venne a conoscenza di una cittadina inglese nota per l’eccentricità dei suoi abitanti: Gotham. Pare che in Inghilterra la parola fosse entrata nei proverbi: quello è un po’ strambo, un po’ svitato, che cosa vuoi farci, viene da Gotham. Irving pensò di aver scoperto un antenato della sua città, già allora piuttosto lunatica. Il nome fu reso immortale da Bob Kane nel 1939 quando creò il personaggio di Batman e la città di Gotham City, infestata da pazzi criminali. Come la patria di Batman, anche il posto che ho cercato di raccontare è una città molto simile a New York, ma che non è davvero New York. E’ fatta di isole, ponti, palazzi e di infinite pagine di carta e letteratura. E’ popolata da otto milioni di abitanti e da quelli che nessuno si è mai messo a contare, la città degli scrittori, dei pazzi, degli eroi e delle storie. Questa città è un luogo fisico e della mente e per ricordarmelo, a volte, preferisco usare l’altro nome: GOTHAM. Tratto da ‘New York è una finestra senza tende’ di Paolo Cognetti

Bright Lights, Big City

Bright Lights, Big CityBright Lights, Big City, METAMORFOSI

Figure indefinite sfilano davanti ai miei occhi.
Vedo fantasmi che camminano per queste strade,
chi di loro potrà dirsi reale nei miei ricordi ?
Mi perdo e mi ritrovo all’infinito
in questo Non-Luogo popolato da comparse
e scopro di specchiarmi in loro.
E se alla fine di questo sogno,
scoprissi di essere io
il loro fantasma?

Brooklyn Bridge

Brooklyn BridgeBrooklyn Bridge, METAMORFOSI

Le due saette devono sfrecciare
Volare come bagliori dall’altra parte.
Non lasciarsi lusingare
da questi inganni sinusoidali
da queste cataratte metalliche.
Dall’altra parte, senza pensare,
Oltre, per conoscere.
A cura di Fabio Lacovara

MP2013 Boardwalk between Fort Saint-Jean and MuCEM

Passarella sul mare tra Fort Saint Jean - MUCEM (Marsiglia) 120xPassarella fra Fort Saint Jean e MUCEM

Passerella sul mare fra Fort Saint Jean e MUCEM a Marsiglia è un’immagine emblema che descrive il connubio tra passato e futuro.
Sullo sfondo blu, del cielo e del mare, dall’antico bastione parte la ‘via’ verso l’avveniristica parete del MUCEM. Proprio come questa città, congiunzione di grandi culture mediterranee che grazie al suo porto riesce ad essere “ponte” di saperi ed esperienze sempre nuove.
Marsiglia Capitale Europea della Cultura 2013 è stata la grande occasione per indossare un vestito nuovo, per riqualificare aree urbane dal passato glorioso.
Quando una metropoli carica di storia riesce ad affermarsi per ciò che “sarà” e non solo per ciò che è “stata”, integrando così sapientemente nella sua architettura l’antico con il moderno, allora la sfida è vinta.
Questa immagine fa parte della mostra ‘Marseille-Provence 2013, Le Grand Bleu’ in esposizione nel 2013 in diverse città italiane: Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli.

The Skyline

SkylineThe Skyline, METAMORFOSI

“Liquidi movimenti
Scossoni longitudinali
Tu metropoli sei da bagliori scossa!
E il tuo mistero è serpentino sotto quel manto blu”.
A cura di Fabio Lacovara

Broadway at Night

Broadway at Night, GothamBroadway at Night, GOTHAM

Nessuna immagine sarà abbastanza grande
Per un Maestro come questo.
A cura di Fabio Lacovara.
Fabio Lacovara è laureato in DAMS cinema con tesi su Tim Burton e il gotico.

The Empire

The EmpireThe Empire, METAMORFOSI

Io sono l’impero.
Tu, essere mortale, riesci a vedermi?
Così come sono impregnato di luci sensuali,
e protetto da bruma ocra?
Eppure so che avrai l’ardire
di superare il tumulto di Gotham
e cercare di spingerti
sino alle mie vette silenti;
e magari diventare imperatore.
A cura di Fabio Lacovara

Would You Drink a Pepsi?

Would you drink a Pepsi?, GOTHAMSmisurati simboli di potere
giganti che schiacciano
con decuplicata gravità.
Ma l’uomo ha la forza di volare ancora,
oltre botti statiche, nel respiro dell’aria.
A cura di Fabio Lacovara

Voglio scattare una foto

American DreamEmpire State Building from Rockefeller Center

‘Voglio Scattare una foto’ Questa frase può essere intesa come una dichiarazione del tutto casuale o può esprimere il desiderio di dilatare l’attimo di uno sguardo iniziale, una scintilla di seduzione che è già scoccata. La fotografia è la più moderna di tutte le forme artistiche disponibili oggi, anche più del cinema. Personalmente ciò che fotografo deve avere un significato secondo, un livello nascosto o non subito evidente che io possa tirare fuori ed esplorare. Non basta fotografare persone, palazzi o eventi: devo rintracciarne l’essenza, ne ho quasi un bisogno fisico, fino a quando non riesco nel mio intento. Questo è ciò che differenzia il fotografo dalle milioni di persone oggi dotate di un telefonino o piccole fotocamere che scattano in maniera compulsiva più per affermare la loro presenza nel mondo, in un preciso luogo o momento, piuttosto che per documentare o interpretare la realtà che stanno vedendo o vivendo. Ma alla fine l’unica cosa che conta è se l’immagine sia in grado di farci vibrare, perché allora è una grande immagine ed a quel punto quasi non conta più se sia stata scattata intenzionalmente o per caso, con una macchina professionale o con un telefonino. Non credete?